La chitarra resofonica o Dobro

I primi strumenti di questo tipo furono inventati attorno al 1925-26 da John, Rudy e Emil Dopyera, tre fratelli slovacchi emigrati negli Stati Uniti, per soddisfare le esigenze dei musicisti delle grandi ensemble jazz che richiedevano maggiore volume e proiezione sonora, che mancavano nelle normali chitarre acustiche esistenti all’epoca. L’invenzione ebbe molto successo non solo tra i jazzisti, ma anche tra i molti bluesmen del delta del Mississippi, che adottarono la chitarra resofonica come loro principale strumento, suonandola con il tipico bottleneck slide e creando un sound inconfondibile. Le chitarre dobro si diffusero anche nelle isole Hawaii, dove venivano suonate come una tradizionale lap steel guitar, cioè appoggiate sulle gambe in orizzontale anziché nella consueta posizione, utilizzando uno slide in metallo pieno. Similmente, la dobro guitar o resonator guitar si diffuse anche in ambito bluegrass e country.

La crescente domanda di questi strumenti spinse i fratelli Dopyera a fondare la National String Instruments Corporation, tuttora esistente. Successivamente, nel 1928, i Dopyera si staccarono dalla National e fondarono la Dobro Manufacturing Company (abbreviazione appunto di DOpyera BROthers, che nelle lingue slave significa “buono”, “di buona fattura”, attualmente di proprietà della Gibson Corp.) continuando a produrre strumenti (lap steel, mandolini e ukulele oltre che chitarre) e innovando il design del cono risuonatore, inventando il cosiddetto spider bridge, di cui parleremo più avanti. La National arrestò la produzione di queste chitarre attorno al 1942, complici la Seconda Guerra Mondiale e lo spopolare dell’amplificazione elettrica. Nonostante ciò i fratelli Dopyera continuarono separatamente la loro attività di costruttori anche negli anni a venire, sotto il marchio Dobro e vari altri marchi (ValcoHound Dog e OMI). Nel 1989 la Nationalrientrò in attività proponendo reissues dei loro modelli storici.

Va inoltre senz’altro menzionata la celebre copertina di Brothers in Arms dei Dire Straits, dove appare la National usata dal mitico Mark Knopfler per il famoso brano Romeo and Juliet che, a quanto pare, fece incrementare notevolmente il costo di tali strumenti accrescendone ovviamente la popolarità.

La copertina di Brothers in Arms con la Dobro National in bella vista.

Caratteristiche tecniche e tipologie

Il principio adottato dai fratelli Dopyera consisteva del dotare le loro chitarre di un sistema di amplificazione meccanico denominato resonator cone (cono risuonatore) posto all’interno della cassa armonica. Questo antenato dei moderni speaker, ricavato da una sottile lamina di alluminio, viene messo in vibrazione dalle corde che poggiano un ponte posto al vertice del cono e produce quel tipico sound metallico e riverberante molto riconoscibile e caratteristico. Una delle particolarità che salta subito all’occhio è che la cassa armonica è costruita in metallo (ottone o acciaio con cromatura, spesso abbellita da eleganti incisioni decorative con foglie d’acanto o con paesaggi hawaiiani) che ne aumenta la resistenza ma conseguentemente anche il peso. Vi sono anche modelli con la cassa armonica in legno, solitamente in acero o mogano masselli o laminati. Il manico è costruito comunque sempre in legno e ha un prolungamento di rinforzo che parte dal tacco e passa internamente lungo l’asse centrale della cassa.

Un manico di una resofonica in metallo con la

Le essenze utilizzate sono l’ acero o il mogano. Le tastiere sono solitamente in palissandro o ebano.

Le resofoniche vintage hanno spesso manici dalle dimensioni poderose, che ricordano quelli delle chitarre classiche, come pure le palette slotted, cioè con le scanalature. Attualmente sono molto più confortevoli, tranne in alcuni casi in cui vengono mantenute le dimensioni tradizionali (tipo i brand storici quali National o Dobro).

Le tipologie di chitarre resofoniche possono essere suddivise in vari gruppi, a seconda del tipo di cono risuonatore al loro interno, ma anche della forma del manico che può essere roundneck(manico arrotondato come una chitarra tradizionale) o squareneck (manico a sezione rettangolare, usato principalmente nel country o nella musica hawaiana come lap steel, cioè in posizione orizzontale appoggiata sulle gambe):

  • Tricone: i primi esemplari costruiti nella prima fabbrica dei fratelli Dopyera, la National String Instruments Corporation di Los Angeles, erano dotati di tre coni da 6 pollici di diametro sui quali poggiava un ponte a forma di T. Questo sistema produce un suono molto potente e articolato, riverberante e con un buon sustain delle note. Queste chitarre hanno, tranne in rari casi, sempre il manico arrotondato.
  • Single cone con biscuit bridge: la grande depressione del 1929 spinse la National Corp. ad adottare un’altra tipologia di modello a cono singolo, dal diametro di 9,5 pollici, per abbattere i costi di produzione. Le corde in questo caso poggiano su un ponte in acero verniciato in nero denominato biscuit bridge, per via della forma della base che ricorda appunto un biscotto. La potenza del volume rimane sostanzialmente invariata ma il sustain cala leggermente, con un suono più diretto e meno complesso. Anch’esse montano sempre il manico roundneck.Una National “single cone” con le caratteristiche buche a F:
  • Single cone con spider bridge: con il nuovo marchio Dobro, fu sviluppato un nuovo tipo di cono risuonatore che proietta il suono verso l’esterno anziché verso il fondo della cassa armonica della chitarra, aumentandone la potenza di volume. Il ponticello, costituito da una lamina in acero con il bordo superiore in ebano, è inserito su una struttura metallica a forma di ragnatela, da cui appunto deriva il nome spider bridge. Questo sistema viene montato sulla maggior parte dei modelli attualmente in commercio, specie su quelli in legno con manico squareneck. Esso mantiene le caratteristiche di potenza e riverberazione ma produce un suono leggermente più dolce, molto apprezzato nel country e nel bluegrass.Una Dobro del tipo “squareneck” con lo “spider bridge”. Si può vedere come il capotasto sia molto alto, proprio come le tradizionali “lap steel” hawaiiane:Un sistema “spider bridge” dalla distintiva forma a ragnatela. Si può notare che il ponticello è diviso in due segmenti con, al centro, un piccolo foro dove è alloggiata la vite di ancoraggio al cono sottostante:

Come scegliere un dobro?

Una Fender resofonica con pickup magnetico al manico.

Al giorno d’oggi molti marchi noti producono chitarre resofoniche a diverse fasce di prezzo e da diversi luoghi. Si va dalle costose NationalBeard o Gold Tone (made in USA), ai più abbordabili modelli Fender o Gretsch di produzione asiatica. Un’altra alternativa a mio avviso di buona qualità sono le resofoniche della Recording King, fedeli alle specifiche degli esemplari d’epoca ma a prezzi contenuti. Anche la Ibanez ha tra il suo vasto catalogo un modello di chitarra resofonica, laIbanez RA200. Esistono anche versioni elettro-acustiche con installati un pickup magnetico al manico (spesso un single coil stile Telecaster o P-90 stile Gibson, come pure un humbucker) e un piezoelettrico miscelabili tra loro, o versioni solid body con installato il cono risuonatore e con i medesimi sistemi di pickup.

Ibanez RA200

Insomma ce n’è per tutti i gusti e per tutte le tasche. Quindi, se l’acquisto di una resofonica ci interessa dobbiamo tener conto di alcune varianti, prima di tutto:

Che genere musicale vogliamo suonarci?

Se il delta blues è il nostro pane quotidiano, sicuramente saremo più orientati verso una roundneck. Se invece ci interessa di più il country, il bluegrass o la musica hawaiiana, una squareneck è l’ideale anche se meno diffusa. La resofonica si rivela molto interessante anche per il gypsy jazz, grazie alle sue qualità di forte proiezione del suono che riesce a “bucare” il mix in un contesto di band. I modelli elettro-acustici o elettrici solid body possono dare sonorità molto particolari ed efficaci anche in contesti rockrockabilly o nell’electric blues.

Quale materiale scegliere?

 Una National modello Reso-electric

Per la scelta del materiale del corpo, consiglio vivamente di affidarci al nostro orecchio e al nostro gusto personale: una resofonica in metallo avrà un suono più risonante, ricco di riverberazione, molto incisivo sulle medie frequenze, con bassi poderosi e alti comunque mai troppo taglienti; il corpo in legno addolcirà parecchio la timbrica generale e darà più calore, mantenendo comunque una bella presenza di suono.

Suonabilità e comfort

Bisogna considerare anche la  suonabilità e il comfort che desideriamo: spesso questo tipo di chitarre hanno un’action abbastanza alta, proprio per facilitare l’uso del bottleneck ed evitare di sbattere sui tasti mentre si scivola sulle corde. In più montano di serie corde di scalatura medium(0.12 o 0.13) proprio per fare in modo che il risuonatore vibri con più forza. Se preferiamo suonare in fingerpicking, sceglieremo un modello con un’action più confortevole, ove possibile. Se invece abbiamo un tocco più pesante, specie se suoniamo col plettro o con thumbpick e fingerpicks, action più alta e corde spesse sono la scelta migliore.

Una delle più rilevanti qualità di queste chitarre è il loro range dinamico: dal fingerpicking alla plettrata più violenta, esse sanno restituire il giusto grado di volume desiderato, seguendo il tocco del chitarrista mano a mano che si applica più forza con la mano destra. In più, se si adottano tecniche percussive, specialmente con i modelli in metallo, si possono produrre timbri differenti a seconda di dove si percuote la cassaBob Brozman (RIP), uno dei musicisti moderni più famosi per l’utilizzo di queste chitarre, è un esempio lampante di come si possano usare le resofoniche in questa maniera.

Dire Straits – Romeo And Juliet

Fonte: Carlo Concato https://www.suoniamo.net/it/blog/il-dobro-chitarra-resofonica-guida-alla-scelta



Categorie:U05- Marche, tipologia e funzionamento della Chitarra

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