Antonio De Lisa- Prove tecniche di Utopia – Dramma in due atti (copione)
PERSONAGGI
Caronna, capo-comico della Compagnia Caronna
Pulcinella, attore della Compagnia Caronna
Giangurgolo, attore della Compagnia Caronna
Masca, attrice della Compagnia Caronna
Fitna, attrice della Compagnia Caronna
Vilna, attrice della Compagnia Caronna
Dottor Sciacquone, direttore del Teatro Scalera
Primo poliziotto, anche Fattorino
Secondo poliziotto, anche Inserviente
Primo cucibocca, anche Scenografo
Secondo cucibocca, anche Assistente scenografo
Terzo cucibocca, anche segretaria del Dottor Sciacquone
ATTO I
La rappresentazione si volge nell’anticamera e nell’ufficio del Direttore del Teatro Scalera. Nell’ufficio del Direttore una scrivania ingombra di scartoffie.
SCENA I
Dottor Sciacquone, Caronna, Segretaria
Caronna, Pulcinella, Giangurgolo, Masca, Fitna, Vilna e i tre Cucibocca indosseranno sempre le rispettive maschere, tranne quando mettono e in scena Utopia di Tommaso Moro e recitano quella parte di teatro nel teatro. La stanza del Dottor Sciacquone è arredata con una scrivania piena di scartoffie e con una sedia.
DOTTOR SCIACQUONE
Deve capire, signor Caronna, che questi sono tempi grami per il teatro, non girano più soldi e quindi non posso dare alla sua Compagnia la cifra che chiede …
CARONNA
Ma Dottor Sciacquone, non vede come ho ridotto il numero dei membri della Compagnia per poter lavorare? Prima eravamo più di venti …
DOTTOR SCIACQUONE
Ma questi sono tempi in cui si fanno i monologhi, altro che compagnie di venti persone …
CARONNA
Ce la dà un’altra possibilità?
DOTTOR SCIACQUONE
Non mi convince il tema: “Prove tecniche di Utopia”, non lo verrà a vedere nessuno, tema troppo difficile, complicato …
SEGRETARIA
Li faccia provare, Direttore!
DOTTOR SCIACQUONE
Zitta, tu!
CARONNA
Ci faccia provare, direttore …
DOTTOR SCIACQUONE
Voi vorreste mettere in scena l’opera “Utopia” di Tommaso Moro ma interpretandola come una commedia, vi rendete conto dell’azzardo? …
CARONNA
Noi abbiamo una sensibilità sociale, Direttore …
SEGRETARIA
Sì, è vero, hanno una grande sensibilità sociale …
DOTTOR SCIACQUONE
Ma che ne sai, tu, di queste cose?
CARONNA
La stia a sentire, Direttore!
SEGRETARIA
Direttore, non vede come sono simpatici?
DOTTOT SCIACQUONE
Ma siete solo delle maschere!
CARONNA
Ma anche le maschere hanno dei sentimenti, non trova?
DOTTOR SCIACQUONE
Questo non basta a preparare e realizzare uno spettacolo teatrale …
SEGRETARIA
Direttore, con quello che si vede in giro nel teatro di oggi, potrebbero costituire una novità …
DOTTOR SCIACQUONE
Una novità a mie spese …
Caronna esce
SCENA II
Caronna, Pulcinella, Giangurgolo, Masca, Fitta e Vilna, Fattorino, Inserviente
Sala d’attesa dell’uffico del Dottor Sciacquone. Pulcinella, Giangurgolo, Masca, Fitna e Vilna attendono l’esito del colloquio di Caronna col Dottor Sciacquone.
GIANGURGOLO
Devo uscire, vado a comprare il giornale …
MASCA
Sta sempre a leggere giornali, il nostro Giangurgolo …
FITNA
E’ come se volesse uscire dal nostro mondo di maschere ed entrare in quello degli umani …
L’Inserviente comincia a pulire con una scopa costringendo tutti, a turno, ad alzare le gambe quando si avvicina con il suo attrezzo
VILNA
Non crede alla nostra Utopia, si mischia al caos del mondo terreno …
PULCINELLA
Ma no, è solo curioso …
MASCA
Non c’è costrutto ad essere curiosi della mediocrità delle faccende terrene …
FITNA
Squallide faccende terrene …
VILNA
Che non meritano attenzione …
Entra il Fattorino con un grande pacco
FATTORINO
E’ questo l’ufficio del Direttore del Teatro Scalera?
PULCINELLA
Sì!
FATTORINO
E tu come fai a saperlo?
PULCINELLA
Se non fosse questo, che starei a fare io qui?
L’inserviente si avvicina con la scopa e lo costringe ad alzare le gambe
MASCA
Giangurgolo è assetato di realtà.
FITNA
Ci vorrebbe più distacco …
VILNA
Più freddezza …
FATTORINO
(Scruta volti e costumi delle maschere) Ma in realtà, voi chi siete, vestiti così strani, siete qui per una festa?
PULCINELLA
Io mi chiamo Pulcinella, vengo dal continente della fame, dell’indigenza e della malinconia … sono qui con i miei compagni per raccontare la storia di un’isola in cui non c’è fame, non c’è indigenza, non c’è malinconia …
FATTORINO
Interessante, un posto senza malinconia …
GIANGURGOLO
Io mi chiamo Giangurgolo e vengo da dove l’Italia finisce e il continente trova il suo limite e confine … rappresento il dolore e la mortificazione della fame e della sottomissione … anch’io sono qui per raccontare la storia di una possibilità …
MASCA
Io mi chiamo Masca e sono senza storia, la mia storia di maschera comincia adesso, sono una nuova maschera, perché non è vero che l’immaginario delle maschere si è rinsecchito, esso vive dove c’è fantasia …
FITTA
Io mi chiamo Fitta e sono come una sorella per Masca, siamo nate insieme, non abbiamo il peso antico della vecchia commedia dell’arte, ma nemmeno la sua gloria, calpestiamo il mondo per la prima volta …
VILNA
Io mi chiamo Vilna e sono come una sorella per Masca e per Fitta. Siamo un trio formidabile, sempre insieme, con gli occhi aperti sul mondo …
FATTORINO
Voi quindi siete delle vere Maschere e questi tre chi sono?
PRIMO CUCIBOCCA
Siamo i Cucibocca di una tradizione antica e non abbiamo mai trovato posto sulla scena, ma solo nei vicoli dei nostri paesini lucani … cuciamo la bocca alla fine di Carnevale …
SECONDO CUCIBOCCA
Siamo erratici e notturni, come gli incubi …
TERZO CUCIBOCCA
Abbiamo la consistenza dei sogni …
FATTORINO
(Indicando Caronna) E lui chi è, il capo comico?
PULCINELLA
Sì, una specie di capo comico, è lui che ci ha condotti qui dall’isola di Utopia per raccontare al mondo una verità alternativa al suo destino …
FATTORINO
Interessante …
Si sente gridare da dentro l’ufficio del Direttore
DOTTOR SCQIACQUONE
Caronna!
SCENA III
Dottor Sciacquone, Caronna, Segretaria
Caronna entra nella stanza del direttore. Il Dottor Sciacquone chiude lo smartphone con un gesto di stizza.
SEGRETARIA
(Con fare allegro e civettuolo) Buongiorno, signor Caronna!
CARONNA
Buongiorno a lei, mia cara.
SEGRETARIA
Oh, com’è gentile!
DOTTOR SCIACQUONE
Non riconosco più questa misera Italia, questo paese non mi appartiene più …
CARONNA
Che c’è, Direttore, la vedo agitato …
SEGRETARIA
Oh, sì, è molto agitato …
DOTTOR SCIACQUONE
I politici, prima promettono e poi tolgono …
SEGRETARIA
Sempre i soliti …
DOTTOR SCIACQUONE
… attendevamo un finanziamento che ci era stato promesso …
SEGRETARIA
Mesi per preparare la pratica …
… e ora ce l’hanno tolto, mettendoci nei guai …
CARONNA
Mi dispiace …
DOTTOR SCIACQUONE
L’Italia di una volta era molto più vivibile (Ispirato) Si era in pieno boom economico. Le cucine erano di fòrmica, con il frigorifero e c’era il televisore in salotto. Nel tinello trionfava ancora la vecchia radio a valvole. Il mondo della musica era fatto di gente in giacca e cravatta, con lenti dalla montatura pesante …
SEGRETARIA
Il Direttore ama la musica …
DOTTOT SCIACQUONE
… un tizio, tale Enrico Sbriccoli, era partito dalla natia Camerino approdando a Roma per studiare. Ma gli piaceva la musica e suonava il jazz con un gruppo di amici. Diventato un cantante professionista, decise di cambiare anche nome: Jimmy in omaggio al sassofonista Jimmy Giuffre – di cui è ammiratore – e Fontana, scegliendo a caso dall’elenco telefonico. Almeno, così si diceva. La voce era buona. In quegli anni andava la voce maschile, stentorea. E quella voce entrò in tutte le case:
No, stanotte amore/ Non ho più pensato ha te/ Ho aperto gli occhi/ Per guardare intorno a me/ E intorno ha me/ Girava il mondo come sempre.
CARONNA
Senta, Direttore, non per interromperla, ma avrei una certa fretta …
DOTTOR SCIACQUONE
Quella voce ebbe successo. La canzone si intitolava «Il mondo», era del 1965. Il testo era di Gianni Meccia, la musica scritta in collaborazione con Carlo Pes e l’arrangiamento curato da Ennio Morricone.
Gira, il mondo gira/ Nello spazio senza fine/ Con gli amori appena nati/ Con gli amori già finiti/ Con la gioia e col dolore/ Della gente come me.
Fontana era famoso anche per un altro successo: «Che sarà». Scritta nel 1971 con Italo «Lilli» Greco, Carlo Pes e Franco Migliacci. Dopo varie traversie la canzone venne presentata a Sanremo (fu cantata dai Ricchi e Poveri) e si classificò al secondo posto, ma schizzò subito al primo posto nelle vendite e si rivelò una delle canzoni italiane più famose, riprodotte ed eseguite nel mondo. Poi le cose cambiarono …
CARONNA
Se vuole, posso tornare un’altra volta …
DOTTOR SCIACQUONE
… un certo tipo di canzone all’italiana non funzionava più. Meglio tornare in provincia, a Camerino e magari aprire un bar, come un ciclista in pensione. Ma la nostalgia era tanta. Il mondo non si fermava mai un momento. E nemmeno l’Italia, che era diventata un’altra cosa negli anni Settanta.
Il mondo/ Non si è fermato mai un momento/ La notte insegue sempre il giorno/ Ed il giorno verrà.
CARONNA
(Tentando di interromperlo) Ero venuto per dirle …
DOTTOR SCIACQUONE
Jimmy Fontana, appassionato di armi da fuoco, possedeva il porto d’armi e collezionava pistole. Nel 1971 acquistò presso un’armeria di Sanremo una mitraglietta Cz 61 Skorpion che sarà ritrovata nel 1988 e riconosciuta come arma utilizzata in numerosi attentati, tra cui la strage di Acca Larentia (1978) e l’attentato a Roberto Ruffilli (1988). Il cantante affermò di averla venduta nel 1977 a un poliziotto presso un’armeria di Roma. Il poliziotto confermò di essere stato interessato all’acquisto dell’arma, ma negò che ciò fosse avvenuto. I titolari dell’armeria confermarono di aver messo in contatto i due, ma di non sapere se la vendita si fosse poi effettivamente conclusa. Ma ormai di Jimmy Fontana non si parla più, se non sporadicamente. Chi ce l’ha ancora nelle orecchie aveva all’epoca nove-dieci anni. Quel ragazzino è cresciuto. Ama un altro genere di musica e non si ricorda più della cucina in fòrmica. Ma quella spensieratezza gli manca.
Stanotte amore non ho più pensato a te/ Stanotte amore non ho più pensato a te/ Stanotte amore non ho più pensato a te/ Pensato a te.
CARONNA
Posso, scusi, devo scappare …
DOTTOR SCIACQUONE
Cosa voleva dirmi?
CARONNA
Che …
DOTTOR SCIACQUONE
Stanotte amore non ho più pensato a te/ Stanotte amore non ho più pensato a te/ Stanotte amore non ho più pensato a te/ Pensato a te.
Caronna si accinge a uscire dalla stanza, con un gesto di stizza.
CARONNA
Ci vediamo, devo andare …
SEGRETARIA
Ma non se ne vada, signor Caronna.
CARONNA
Perché?
DOTTOR SCIACQUONE
Ma dove va? Avrei buone notizie per lei: lo spettacolo si potrebbe fare, a meno che …
CARONNA
Ah, che bello!
SEGRETARIA
A meno che … ?
DOTTOR SCIACQUONE
Non ci neghi il permesso la Questura …
SEGRETARIA
Oddio, la Questura!
DOTTOR SCIACQUONE
Ma mi faccia esercitare le mie doti diplomatiche, poi vedremo …
CARONNA
Va bene, grazie infinite!
Esce
SCENA IV
Caronna, Pulcinella, Giangurgolo, Masca, Fitna e Vilna, Inserviente, Fattorino
Caronna raggiunge gli altri nella sala d’attesa
GIANGURGOLO
Guardate che notizia ho trovato su questo giornale. (Sfoglia il giornale per trovare la pagina) L’arcivescovo di una città del nord ha raddoppiato il numero degli esorcisti nella diocesi: da 6 sono passati a 12. E in Curia è stato creato un centralino per rispondere a chi chiede e cerca un esorcista. Il centralino ha lo scopo di rispondere a «un’esigenza raddoppiata». Intanto i 12 esorcisti hanno già segnalato giorni, luogo e orari in cui sono disponibili al pubblico. “Il ministero fondamentale degli esorcisti – ha spiegato un monsignor in un’intervista – è quello dell’ascolto e della consolazione, perché arrivano persone disfatte che maledicono il prossimo …
MASCA
Non ci posso credere …
FITNA
Incredibile!
VILNA
Ma è vera, questa notizia, o ci stai prendendo in giro?
L’inserviente accende la televisione in un angolo. Pulcinella la spegne
GIANGURGOLO
Verissima (continua a leggere) … vanno accolti tutti con grande serenità e non bisogna smarrirsi di fronte alle parole che sentono, perché il Signore è sempre più forte del demonio. Però i fenomeni davvero diabolici, almeno secondo la mia esperienza, sono molto rari”. Molto più frequenti, invece, altri casi. Per esempio l’inganno da parte di personaggi senza scrupoli: “Chiedo sempre se prima di rivolgersi a un esorcista sono stati da maghi, che magari hanno spillato soldi, – ha spiegato ancora il monsignore”. Altre volte il problema può essere affrontato da un bravo medico: “Chiedo anche se sono andati da specialisti, perché talvolta si tratta di fenomeni mentali, psichici e psichiatrici”. E poi ci sono i genitori preoccupati: “Chiamano dicendo che il figlio non va più a scuola, si droga, è ribelle… In realtà non c’è il demonio, è che a 18 anni i giovani non vogliono più imposizioni. Poi, se il demonio è davvero presente, il Vangelo ci dice come si è comportato Gesù: pregando, digiunando e amando”.
L’inserviente tenta di riaccendere la televisione ma desiste in seguito a un’occhiataccia di Pulcinella
INSERVIENTE
(Rivolgendosi a Pulcinella) Quindi, voi siete quelli dello spettacolo… di che parla? … ho una certa curiosità per le cose folli …
PULCINELLA
Metteremo in scena una riduzione de L’Utopia, un romanzo di Tommaso Moro (Thomas More) pubblicato in latino aulico nel 1516, in cui è descritto il percorso immaginario di un personaggio, Raffaele Itlodeo (Raphael Hythlodaeus nell’originale), in un’isola-regno di finzione, abitata da una società ideale.
INSERVIENTE
Era scritto in latino? E voi lo reciterete in latino?
PULCINELLA
Ma no, lo abbiamo adattato al linguaggio moderno. Il titolo latino del libro era: Libellus vere aureus, nec minus salutaris quam festivus de optimo rei publicae statu, deque nova insula Utopia.
INSERVIENTE
Insula? Isola?
PULCINELLA
Sì, isola, un’isola ideale. L’opera narra di un’isola ideale (l’ottimo luogo), pur sottolineando il fatto che esso non possa essere realizzato concretamente (nessun luogo). L’autore ha coniato nomi di sua invenzione per accentuare l’idea dell’irrealizzabilità di Utopia: Itlodeo (raccontatore di bugie) per il protagonista; Ademo (senza popolo) per il governante di Utopia; Amauroto (città nascosta) per la capitale; Anidro (senz’acqua) per il fiume di Utopia.
INSERVIENTE
E voi vorreste realizzare un’opera che parla di queste cose?
PULCINELLA
Noi sappiamo che esiste Utopia, noi veniamo da quell’isola, siete voi che non la vedete …
INSERVIENTE
Ma voi siete personaggi di fantasia, opera di finzione, Utopia esiste solo nell’Immaginario, in un mondo alla rovescia … com’è quest’isola, voi metterete in scena l’isola?
PULCINELLA
Sì, abbiamo creato una nostra trama per rappresentare un’azione in quest’isola, qualcosa di fiabesco, a metà strada tra il Sogno di una notte di mezza estate e il Flauto magico. Ricreeremo la nostra isola in paesaggio di sogni e di stelle.
INSERVIENTE
L’idea è suggestiva, poi bisogna vedere la realizzazione …
PULCINELLA
Utopia è divisa in 54 città, con capitale Amauroto. Utopia è riuscita a risolvere i suoi contrasti sociali, grazie ad un innovativo sistema di organizzazione politica: la proprietà privata è abolita, i beni sono in comune, il commercio è pressoché inutile, tutto il popolo inoltre è impegnato a lavorare la terra circa sei ore al giorno, fornendo all’isola tutti i beni necessari. Il resto del tempo deve essere dedicato allo studio e al riposo. In questo modo, la comunità di Utopia, può sviluppare la propria cultura e vivere in maniera pacifica e tranquilla.
INSERVIENTE
Una comunità beata, da finzione, da maschere illuse … qui, noi siamo tutti precari e voi pensate all’utopia …
PULCINELLA
Eh …
MASCA
Farebbe bene a Pulcinella qui, un po’ di esorcismo …
PULCINELLA
Ah, ah, ah … che vorresti dire?
MASCA
Che ti passerebbe la smania di andare dietro le ragazze.
PULCINELLA
E che male c’è?
Si sente gridare da dentro l’ufficio
DOTTOR SCIACQUONE
Caronna!
CARONNA
(Riponde al grido e si accinge ad entrare) Sì, vengo!
SCENA V
Dottor Sciacquone, Caronna, Segretaria
Caronna apre timidamente la porta
CARONNA
Mi chiamava, Direttore?
DOTTOR SCIACQUONE
Venga, si accomodi … voi ce l’avete l’agibilità Enpals?
SEGRETARIA
L’agibilità Enpals …
CARONNA
Cosa?
DOTTOR SCIACQUONE
L’agibilità … ma vedo che non sa nemmeno cosa sia … in Italia lo spettacolo è gravato da mille pratiche … voi venite da un altro mondo e non sapete nemmeno cosa sia un’agibilità Enpals … non c’è bisogno dell’agibilità Enpals sull’isola di Utopia?
CARONNA
Credo di no. Lì gli spettacoli sono finanziati dalla collettività e gli attori sono persone normali, non attori professionisti. Non c’è bisogno di burocrazia su Utopia!
SEGRETARIA
Ma ci sono le segretarie su Utopia?
DOTTOR SCIACQUONE
Beati voi!
CARONNA
Cosa voleva dirmi, Direttore?
SEGRETARIA
(Ammiccando a Caronna) Il Direttore è molto occupato, è una persona importante …
CARONNA
Lei è da molto che lavora per lui?
SEGRETARIA
Non molto. Sono laureata in economia con un Master a Londra, ma mi devo accontentare di questo …
CARONNA
Wow, un Master a Londra! E fa la segretaria?
SEGRETARIA
E mi va anche bene, i miei colleghi di laurea sono a spasso, questo è diventato un paese di precari. Siamo tutti laureati ma tutti sottopagati. Un mio amico, con due lauree, fa l’infermiere di secondo livello in ospedale … è il mio ragazzo, diciamo …
CARONNA
Tempi strani, questi …
Squilla il telefono dell’ufficio
DOTTOR SCIACQUONE
(Risponde al telefono) In Italia quando si parla di certi argomenti o lo si fa con malcelata pruderie o, viceversa, si frana nel pecoreccio più sublime. Roba tipica di paesi super-repressi, di antica dimestichezza col diavolo. Di certi film sono memorabili perfino i manifesti, con coscione esibite in falsa prospettiva. Le regine incontrastate del trash cult movie diventano protagoniste indiscusse della cosiddetta commedia sexy all’italiana, un sequenza fulminante di donne accanitamente adultere, mariti ingannati e stupidi, frati fornicatori, tutti preferibilmente sboccati e nudi. Comicità pecoreccia e tette al vento. La maliziosa espressione del viso che bisogna esibire per allettare l’erotismo molto adolescenziale di che guarda attraverso il buco di una serratura non riesce ad elevare questa cinematografia a un gradino almeno di una tacca più in alto sul tappeto di salaci allusioni e grossolane turpitudini delle battute degli attori … (Rivolgendosi a Caronna) Senta, Caronna, torni un’altra volta, ora sono impegnato a risolvere un problema di attrici …
CARONNA
Va bene, Direttore!
Esce
SCENA VI
Caronna, Pulcinella, Giangurgolo, Masca, Fitna e Vilna, Fattorino
GIANGURGOLO
Guardate cosa ho trovato qui.
MASCA
UN’altra delle sue notizie.
FITNA
Che notizia è, questa volta?
VILNA
La curiosità incalza …
GIANGURGOLO
Gli inquirenti di una città del centro Italia stavano intercettando un assessore regionale nell’ambito di un’inchiesta su certe tangenti a piccoli operatori culturali, quando hanno sentito che questi chiedeva certe cose alla sua segretaria. Dopo aver raggiunto la giovane donna per notificarle un ordine d’arresto, gli agenti hanno notato dei foglietti strappati e buttati nel cestino. Era la stesura di un contratto. I pezzi del foglietto sono stati debitamente ricomposti e il quadro che ne è uscito non era proprio edificante. La stessa segretaria ha confermato di aver sottoscritto un contratto in cui si prevedeva la concessione di favori sessuali all’assessore.
MASCA
Oh santo cielo!
GIANGURGOLO
Il politico l’ha assunta come segretaria in cambio di una certa disponibilità da parte della ragazza. L’assessore ora dovrà rispondere anche di peculato perché come è scritto nelle carte dell’inchiesta avrebbe “utilizzato con la segretaria la macchina della Regione per viaggi privati dissimulando le finalità esclusivamente personali dietro la finalità istituzionale”. C’è da chiedersi: a chi si sarebbe appellato l’assessore se la signora si fosse sottratta all’obbligo contrattuale? Perché la donna ha stracciato l’originale del contratto? L’ha fatto su ispirazione dell’assessore? A queste domande dovranno dare una risposta gli inquirenti.
MASCA
Ma secondo voi, c’è una limite all’indecenza?
FITNA
Quest’assessore l’ha superato abbondantemente …
VILNA
Secondo me, la ragazza non ce la conta giusta … nessuno può firmare un contratto del genere …
PULCINELLA
(Rivolgendosi a Caronna) Ma insomma, il Direttore lo firma questo contratto per farci fare lo spettacolo oppure no?
CARONNA
Lui dice di sì, ma poi parla e straparla, di cantanti, di attrici, di calcio. E’ un gran parlatore ma io non lo seguo, con capisco cosa dice …
GIANGURGOLO
E’ il mondo dei terreni, si occupano solo di cose futili …
CARONNA
E tu che ne sai?
GIANGURGOLO
LO leggo sui loro giornali?
CARONNA
E cosa leggi?
GIANGURGOLO
Le notizie del mondo.
CARONNA
E come sono?
GIANGURGOLO
Squallide!
Entra il Fattorino, con un altro pacco
FATTORINO
Avreste dovuto rappresentare la Favola delle api di Mendeville, non L’Utopia di Tommaso Moro …
GIANGURGOLO
Ma questo chi è? … La favola dell api … Che ne sai tu della Favola delle api …
FATTORINO
Ehi, bello, sveglia! Ho una laurea in filosofia …
GIANGURGOLO
E tu, con la laurea in filosofia fai il fattorino?
FATTORINO
E mi è andata anche bene … noi siamo una generazione di friggitori di patatine … volevamo realizzare l’utopia e ora lavoriamo tutti al McDonald’ …
GIANGURGOLO
Anche voi, l’utopia?
FATTORINO
Eh, appunto, meglio La favola delle api! Questo è un poemetto satirico dell’olandese Bernard de Mandeville. Composto nel 1705, fu pubblicata anonima nel 1705 con il titolo The Grumbling Hive, or Knaves Turn’d Honest (L’alveare scontento, ovvero i Furfanti resi onesti), nel 1714 l’operetta fu ristampata, con l’aggiunta del sottotitolo Vizi privati e pubbliche virtù e infine nel 1723 con il titolo Fable of the Bees: or, Private Vices, Publick Benefits (La favola delle api: ovvero vizi privati, pubbliche virtù).
GIANGURGOLO
Lo conosco appena … la maschere sono ignoranti, dal limitato titolo di studio, non come voi …
FATTORINO
E invece dovresti conoscerla. E’ un’opera molto istruttiva …
GIANGURGOLO
Anch’essa parla di una particolare società …
FATTORINO
Sì, ma in modo contrario a come lo fa Tommaso Moro riferendosi all’isola di Utopia. Se vi era qualche valente generale che metteva in rotta i nemici, si trovava qualche persona che, corrotta con dei regali, favoriva la loro ritirata. Vi erano pure dei guerrieri che affrontavano il pericolo comparendo sempre nei punti piú esposti. Prima perdevano una gamba, quindi un braccio, infine, quando tutte queste mutilazioni li avevano resi non piú in grado di servire, li si congedava vergognosamente a mezza paga; mentre altri, che piú prudentemente non andavano mai all’attacco, ricavavano la doppia paga, per restare tranquillamente tra di loro.
GIANGURGOLO
Non mi piace questa società …
FATTORINO
Dovresti conoscerla meglio. I loro re erano ingannati dai loro ministri, che saccheggiavano impunemente il tesoro che s’industriavano ad arricchire. Il loro unico talento consisteva nello spendere abbondantemente, anche se i loro stipendi non lo consentivano. Si vantavano però di essere molto modesti. Il popolo definiva queste pratiche: “malversazioni” ma i ministri li chiamavano “emolumenti”. Essi assomigliavano ai nostri giocatori, i quali, per quanto siano stati fortunati al gioco, non diranno tuttavia mai in presenza dei perdenti tutto quello che hanno guadagnato.
GIANGURGOLO
Non vedo cosa ci sia di bello ed edificante in queste pratiche …
FATTORINO
In questo alveare si commettevano frodi di tutti i generi. Colui che acquistava del letame per ingrassare il suo prato, lo trovava falsificato per un quarto con pietre e cemento inutili; e per giunta qualsiasi poveretto non avrebbe avuto la facilità di brontolare di ciò, perché a sua volta imbrogliava mescolando al suo burro una metà di sale.
GIANGURGOLO
Mi disgusta …
FATTORINO
La giustizia stessa era troppo incline alla seduzione del brillante splendore dell’oro. Corrotta dai doni, essa aveva troppo spesso fatto pendere la bilancia che teneva nella sua mano sinistra. Si riteneva comunemente che la spada che essa portava non colpiva se non le api che erano povere e senza risorse; e che anche questa dea faceva appendere all’albero maledetto delle persone che, oppresse dalla fatale necessità, avevano commesso dei crimini che non peritavano affatto un tale trattamento. Con questa ingiusta severità, si cercava di mettere al sicuro il potente e il ricco.
CARONNA
Umiliante!
MASCA
Che squallore!
FITNA
Che tristezza!
VILNA
Non si può vivere così ..
FATTORINO
Oh, sì che si può … noi non facciamo altro che vivere così … bè, ora vado, vi lascio alle vostre farneticazioni …
Da dentro l’ufficio del Direttore
DOTTOR SCIACQUONE
Caronna!
SCENA VII
Caronna, Dottor Sciacquone
CARONNA
(Bussa alla porta del Dottor Sciacquone) E’ permesso, si può?
DOTTOR SCIACQUONE
Oh, è lei, Caronna, entri, prego …
SEGRETARIA
Buongiorno, signor Caronna!
CARONNA
Eravamo rimasti fermi sull’approvazione del contratto …
DOTTOR SCIACQUONE
Quale contratto?
CARONNA
L’Utopia.
DOTTOR SCIACQUONE
Ah, sì, ma oggi la mia segretaria è molto impegnata, torni domani …
SEGRETARIA
Non più del solito.
CARONNA
Come vuole, Direttore …
DOTTOR SCIACQUONE
E poi oggi ho un diavolo per capello …
SEGRETARIA
Il Direttore oggi è molto di malumore …
CARONNA
Cose le succede, Direttore?
DOTTOR SCIACQUONE
Ha presente l’Inter, la squadra di calcio?
CARONNA
Non mi intendo di calcio
DOTTOR SCIACQUONE
Dopo cinquant’ anni di onorata ammirazione per i nerazzuri sento che è giunto il momento di dire: “Basta, è finita!”, come un matrimonio che rotola davanti al giudice. Lo dico con rimpianto, ora che sono rimasto senza squadra. Non la rimpiazzerò con nessun’altra. C’è un solo amore nella vita, almeno per me. E questo amore calcistico da lontano per me è stato l’Inter.
CARONNA
Amore? Non capisco, Direttore …
SEGRETARIA
Il Direttore è un grande appassionato di calcio …
DOTTOR SCIACQUONE
Già da anni nutrivo forti perplessità, ora si è rotto definitivamente qualcosa. Da anni vedevo che la squadra si internazionalizzava non per spirito cosmopolita, ma per servirla su un piatto d’argento alla logica del “brand” globalizzato. Ora, quella che vedo non è più la “mia” squadra. E’ iniziato con un amore calcistico per un grande giocatore, è finito dopo un commento sentito dalle labbra di quel medesimo giocatore. E’ iniziata con Mariolino Corso ed è finita con lui. Gli anni successivi ho solo rimuginato il desiderio di abbandono. Il Corso del 1963 faceva prodezze da fermo, i calzettoni abbassati, il dribbling scioccante. Se Suarez era in forma, i due trascinavano tutto l’attacco e non ce n’era per nessuno.
CARONNA
Senta, io dovrei andare …
DOTTOR SCIACQUONE
Da lontano, dal sud, percepivo l’atmosfera da boom economico che viveva allora Milano. Avevo sette anni, ma riuscivo a cogliere, intuitivamente, col cuore, la promessa di una partita all’attacco. Dell’Inter, di Milano, di tutta l’Italia. Le vittorie in coppa corroboravano questa illusione. Ma era solo calcio, solo business, niente passione. Solo Argent, dané. Milano non voleva trascinare un bel niente e tanto meno tutta l’Italia, che per essa si riassumeva in due cose: forza lavoro meridionale da sfruttare al nord, mercato aperto a frigoriferi e automobili al sud. Milano voleva solo fare i soldi. Rappresentava solo se stessa. Non è detto che non vada più in uno stadio. Mi piace ancora l’atmosfera, gli hot-dog fuori dagli spalti, la tensione dell’attesa, il manto erboso, la discesa delle squadre in campo. Ma non sarà mai più una partita dell’Inter.
CARONNA
Arrivederci, Direttore …
SEGRETARIA
Un attimo, signor Caronna!
DOTTOR SCIACQUONE
Ma senta, Caronna, domani potete cominciare le prove, al diavolo le formalità, firmeremo il contratto nella tarda mattinata …
SEGRETARIA
Ha visto, lei è troppo depresso, signor Caronna!
CARONNA
(Si illumina) Grazie, Direttore, grazie infinite …
ATTO SECONDO
La scena rappresenta un’isola magica, sotto un cielo stellato
SCENA I
Caronna, Pulcinella, Giangurgolo, Masca, Fitna e Vilna, Scenografo, Assitente scenografo
Scena del teatro di posa. Gli attori entrano togliendosi le maschere, come un travestimento a rovescio.
CARONNA
Allora, vediamo di fare le cose per bene, cominciamo a disporci …
SCENOGRAFO
(Agitandosi e percorrendo a larghi passi la scena) Dobbiamo fare in modo di illuminare tante lucine sotto la volta celeste …
ASSISTENTE SCENOGRAFO
Certo.
MASCA
Maestro, è un momento bellissimo!
FITNA
Emozionante!
VILNA
Stupendo!
SCENOGRAFO
La scena rappresenta un’isola, potremmo ispirarci a Calibano, vedere come è stata rappresentata l’isola nella Tempesta di Shakespeare …
ASSISTENTE SCENOGRAFO
Ah, sì … provo a vedere su Internet …
SCENOGRAFO
Questi giovani moderni, subito ricorrono a Internet, devi andare in biblioteca …
ASSISTENTE SCENOGRAFO
Ehm, sì… ma quale biblioteca?
SCENOGRAFO
Oh, signore!
CARONNA
Dovremo restituire Utopia alla sua realtà, estraendola dal pozzo senza fondo delle fantasticherie umane.
MASCA
Che bello!
FITNA
Mi viene da piangere!
VILNA
Anche a me!
SCENOGRAFO
Poi certo, bisogna mettere la prua di una nave che affonda …
ASSISTENTE SCENOGRAFO
Vado in biblioteca?
SCENOGRAFO
No, vedi su Internet …
CARONNA
Il nostro compito è sommamente lodevole e il futuro ci guarda dall’alto delle sue imprevedibili possibilità … raccontare la storia di Utopia …
MASCA
La nostra patria!
FITNA
Adorata patria!
VILNA
Patria nostra!
CARONNA
Riconciliarci con il nostro effimero passato, incarnandolo in un reale presente.
SCENA II
Caronna, Dottor Sciacquone, Segretaria, Pulcinella, Giangurgolo, Masca, Fitna e Vilna, Scenografo, Assistente scenografo
Entra il Dottor Sciacquone
DOTTOR SCIACQUONE
MA che bella combriccola! Vedo che vi divertite …
SEGRETARIA
Buongiorno, signori!
CARONNA
Oh, il Direttore!
MASCA
Il Direttore!
FITNA
Il Direttore!
VILNA
L’esimio Direttore!
CARONNA
A che cosa dobbiamo questa visita?
DOTTOR SCIACQUONE
Volevo vedere come vi eravate sistemati … e poi me la spiegherete questa vostra fissazione per Utopia …
CARONNA
Ma noi veniamo da Utopia, dalla terra in cui non c’è proprietà privata, dalla società perfetta …
DOTTOR SCIACQUONE
Non esistono società perfette, solo nella vostra immaginazione.
SEGRETARIA
Forse no, è vero!
CARONNA
Nella “vostra” immaginazione, per noi è realtà …
DOTTOR SCIACQUONE
Ma quale realtà! E’ il denaro il motore della storia, o meglio: il desiderio di denaro.
SEGRETARIA
Purtoppo sì …
DOTTOR SCIACQUONE
E’ il “desiderio” il motore degli eventi, quella motivazione di fondo che fa sopportare tutte le avversità …
CARONNA
Direttore …
MASCA
Direttore!
FITNA
Direttore!
VILNA
Direttore, non dica così, è la fine del nostro sogno!
DOTTOR SCIACQUONE
“Sogno”, appunto!
Il Dottor Sciacquone e la Segretaria escono
SCENA III
Caronna, Pulcinella, Giangurgolo, Masca, Fitna e Vilna, i tre Cucibocca
Scenografo, Assistente Scenografo e Segretaria indossano di nuovo i panni dei Cucibocca
MASCA
Maestro, mi sto accorgendo di non ricordare più molto bene la mia parte.
FITNA
Anche io ho qualche difficoltà.
VILNA
Strano, anch’io.
MASCA
Perché non ci fa un bel riassunto di tutta la trama?
CARONNA
VA bene. Da dove cominciamo?
MASCA
Dall’inizio.
CARONNA
Tommaso Moro ad Anversa era amico di Pietro Gilles, un giovane anversese. Un giorno, dopo la messa, Pietro gli presentò Raffaele Itlodeo, originario del Portogallo, il quale aveva deciso di lasciare la propria patria per unirsi ad Amerigo Vespucci durante i suoi quattro viaggi nelle Americhe. Subito dopo essersi presentati, i tre amici si diressero a casa di Moro, dove iniziarono una lunga conversazione, in cui Raffaele raccontò della sua decisione di non tornare in Europa dopo l’ultimo viaggio di Vespucci, e dei molti popoli con cui era venuto a contatto. In particolare era rimasto colpito dagli usi e dalle istituzioni degli abitanti di Utopia, un’isola in cui si era stabilito per lungo tempo con alcuni compagni di viaggio.
MASCA
Sì, questo ce lo ricordiamo, ma che succede dopo?
CARONNA
Raffaele Itlodeo vine accusato di aver mentito e di essersi inventato tutto, la storia dell’isola di Utopia e dei suoi abitanti e subisce un processo per aver turbato gli animi della società europea, afflitta da gravi probleimi sociali, mettendola a confronto con quella di Utopia …
FITNA
A questo punto subentriamo noi, che siamo state le sue tre donne e siamo state testimoni dei suoi racconti …
CARONNA
Sì …
VILNA
Ma ci contraddiciamo e non forniamo una versione unanime della sua storia. Veniamo chiamate a un confronto diretto con Raffaele Itlodeo e subiamo una serie di domande sulle istituzioni e i luoghi di Utopia. Dai nostri racconti emergono ben tre storie diverse di Utopia …
CARONNA
Già …
MASCA
Sorge allora la domanda tra i giurati e i testimoni: ma Utopia esiste davvero, o è il parto della fantasia di Raffaele Itlodeo? In fondo, costui è stato un giramondo, un marinaio, un emarginato della società …
SCENA IV
Caronna, Pulcinella, Giangurgolo, Masca, Fitna e Vilna, i tre Cucibocca
Pulcinella si stacca dal gruppo e comincia ad evocare il suo “sogno”
PULCINELLA
Quella notte il mare era ossessionato da se stesso, nella disperata lotta per superarsi e quella notte comincia la mia storia di naufrago. Caduto dalla nave, riesco ad aggrapparmi a una zattera ma intorno a me i miei compagni non sono così fortunati e annegano uno dopo l’altro, sotto i miei occhi, risucchiati dai gorghi. Resto solo nei flutti, fino a veder apparire le prime luci del giorno, che mi procurano nuove sventure. Il sole implacabile mi cuoce la pelle, la fame irosa mi stringe le interiora. Cerco nei relitti della nave qualche cosa che possa placare i morsi dei miei bisogni primari. A un certo punto mi imbatto in una cassa di legno che galleggia solitaria in mezzo all’oceano. La rivolto e cerco di aprirla per vederne il contenuto. Contiene libri, bagnati dalle onde. I libri galleggiano all’interno della cassa che a sua volta galleggia. Posso scorgerne qualche riga e con mia sorpresa mi accorgo che essi parlano dell’isola di Utopia. Il titolo è ben evidente e ben leggibile. Cerco disperatamente di alzarne qualche foglio per preservarlo dalla ditruzione e quei fogli mi restituiscono la storia di Utopia. E’ da lì che apprendo della sua esistenza e delle sue caratteristiche. Passo ore a compulsarne i segreti, fino a che i libri affondano uno a uno lasciandomi solo tra i marosi e nella delusione di aver potuto solo scorgere la pallida ombra di un sogno …
MASCA
Oh, che storia meravigliosa!
FITNA
Che bella!
VILNA
“La pallida ombra di un sogno” …
PULCINELLA
(Ieratico) “L’isola di Utopia nella sua parte di mezzo dov’è più larga si estende per duecento miglia e per gran tratto non si stringe molto, ma poi da ambo i lati si va a poco a poco assottigliando verso due capi che, piegandosi, come tracciati col compasso, per cinquecento miglia di perimetro, danno all’insieme la forma di una luna nuova” …
MASCA
Ma sono le parole di Tommaso Moro!
FITNA
Le sue stesse parole!
VILNA
Proprio quelle!
PULCINELLA
… “le due punte separa per undici miglia, poco più poco meno, un braccio di mare che vi scorre in mezzo, per slargarsi in una immensa distesa, da ogni parte protetta da alture contro i venti e calma più spesso che in furia a mo’ di gran lago formando così di quasi ogni insenatura di quelle terre un porto per il quale passano navigli in ogni senso con gran vantaggio degli abitanti” …
MASCA
Ma che prodigio mirabile!
FITNA
Si apre lo scrigno dei segreti!
VILNA
Si svela l’arcano!
PULCINELLA
“L’isola possiede cinquantaquattro città ampie e magnifiche quasi tutte uguali per lingua, usanze, istituzioni e leggi; identico è anche il piano di tutte e, per quanto consente la posizione, anche l’aspetto; di queste le più vicine stanno a 24 miglia l’una dall’altra, ma nessuna è tanto isolata che in un giorno da essa non si possa arrivare a piedi a un’altra città”.
MASCA
Ma che succede poi al naufrago?
FITNA
Lo ripescano?
VILNA
Si salva?
PULCINELLA
Sì, il naufrago si salva, ma non si salva la credibilità di Utopia, il racconto di un racconto di un folle …
MASCA
Ma allora, Utopia?
FITNA
Dovremo accontentarci della sua possibilità …
VILNA
Della sua narrabilità …
SCENA V
Caronna, Dottor Sciacquone, Pulcinella, Giangurgolo, Masca, Fitna e Vilna, Primo poliziotto, Secondo poliziotto
Fattorino diventa Primo poliziotto e Inserviente diventa Secondo poliziotto
GIANGURGOLO
Ehi, chi è entrato?
PRIMO POLIZIOTTO
Siamo della polizia, fermi tutti!
SECONDO POLIZIOTTO
Chi è il Direttore?
DOTTOR SCIACQUONE
Sono io, che succede?
PRIMO POLIZIOTTO
Succede che dobbiamo sospendere la preparzione di questo spettacolo …
PULCINELLA
MA che significa?
SECONDO POLIZIOTTO
Significa che bisogna interrompere le prove di questo spettacolo, che non si farà!
PRIMO POLIZIOTTO
C’è un ordine preciso del Questore, Utopia non potrà andare in scena!
MASCA
Ma perché?
PRIMO POLIZIOTTO
Motivi di ordine pubblico …
DOTTOR SCIACQUONE
Adesso chiamo il questore e vediamo …
SECONDO POLIZIOTTO
Faccia pure!
Il Dottor Sciacquone chiama al telefono il questore.
DOTTOR SCIACQUONE
(Con aria spavalda) E’ il questore che parla, sono il Direttore … (ascolta le parole del suo interlocutire) … sì, ma … (ascolta ancora l’altro all’altro capo del telefono) … capisco Signor questore, è che … (sempre più dimesso, quasi contrito) … bene, non c’è bisogno di aggiungere altro, adesso chiudiamo …
FITNA
MA a chi daremmo fastidio?
SECONDO POLIZIOTTO
Sto solo eseguendo un ordine, è inutile che ci facciate tante domande!
CARONNA
Mi fa vedere l’ordinanza?
PRIMO POLIZIOTTO
Eccola, a sua disposizione …
Caronna legge l’ordinanza
CARONNA
E’ proprio vero, qui c’è scritto che lo spettacolo potrebbe turbare l’ordine pubblico, non si può realizzare Utopia …
DOTTOR SCIACQUONE
Bisogna proprio smettere, il questore ha le sue ragioni …
CARONNA
E quali sarebbero?
DOTTOR SCIACQUONE
Non sono tenuto a rivelarlo …
CARONNA
Ma è una congiura …
DOTTOR SCIACQUONE
Gravi motivi di ordine pubblico …
PULCINELLA
Allora, tenetevi il vostro schifo!
GIANGURGOLO
E affogateci dentro!
MASCA
Una grande ingiustizia!
FITNA
La più grande!
VILNA
Una enorme ingiustizia!
SCENA VI
Caronna, Dottor Sciacquone, Pulcinella, Giangurgolo, Masca, Fitna e Vilna, Primo poliziotto, Secondo poliziotto
CARONNA
Cari miei, dobbiamo andarcene, la storia è finita, non è possibile l’Utopia si questa terra, nessuno ci vuole …
DOTTOR SCIACQUONE
Ci sono motivi più alti che sconsigliano la rappresentazione di questo spettacolo, motivi che ineriscono la rispettabilità e la sicurezza dello stato …
CARONNA
Lo stato? Per la rappresentazione di uno spettacolo …
DOTTOR SCIACQUONE
Voi non potete capire, non avete fatto approfonditi studi giuridici, non avete la necessaria sensibilità sociale e politica per …
CARONNA
Direttore, è solo uno spettacolo!
DOTTOR SCIACQUONE
Che porta con sé delle implicazioni che, anche quando … e sia pure …
CARONNA
Non c’è bisogno che si sforzi ulteriormente, ce ne andiamo, abbiamo colot il messaggio …
MASCA
Ma non è possibile finire così!
FITNA
Non è giusto!
VILNA
Lo facevamo per loro!
PULCINELLA
Io vengo da secoli di miseria e di fame e finalmente avevo trovato il riscatto, ma non serve a niente … tornerò a rubare ai ricchi, a fargliene di tutti i colori, a imbrogliare gli ingenui … non c’è giustizia …
GIANGURGOLO
Io vengo dalla punta estrema dello stivale e ho sopportato per secoli ingiustizie e arroganza del privilegio, avevo trovato una famiglia e ora dovrò ricominciare da capo … sono secoli che ricominciamo da capo, senza fine …
CARONNA
Non disperate, noi Utopia ce l’abbiamo nel cuore, non possono togliercela, anche se non la vogliono vedere … cominciamo a preparare le valiglie …
Tutti preparano valigie di cartone, infilando dentro alla rinfusa oggetti e vestiti.
MASCA
Mi ero quasi affezionata a questo posto …
FITNA
Anch’io … all’inizio non mi piaceva, ma poi mi ci sono abituata e ho il pianto nel cuore a lasciarlo …
VILNA
Già, mie care sorelle, non ci si può affezionare a niente e forse è meglio non avere rimpianti …
MASCA
La nostra, qui, era un’Utopia da teatro, una finzione, una scena, ma era bella lo stesso, il sogno di un mondo perduto e diverso … il nostro mondo …
FITNA
Ricordo quando ci cacciarono anche da quell’isola … la nostra unica possibilità era ricercarne un’altra, altrove, ma anche questo progetto è finito … povere noi, poveri noi …
VILNA
Se l’Utopia è finzione, non resta allora che rimettersi le maschere e riprendere il viaggio dell’illusione e del travestimento …
Si rimettono le maschere, con mestizia, con gesti rallentati e si avviano all’uscita, con le loro valigie di cartone.
Sipario
Deposito opere presso la SIAE
Le opere teatrali e musicali di Antonio De Lisa sono depositate presso la SIAE
Sezione Musica
Sezione Teatro – Sezione DOR (Opere Drammatiche e Radiotelevisive)
This work may not be re-sold, distributed, copied or transmitted in any other form without permission of the author.
© Copyright 2000-16 – Rights Reserved
This opera is licensed under a Creative Commons Attribuzione – Condividi allo stesso modo 3.0 Unported License.
LOST ORPHEUS ENSEMBLE
Modern Music Live BaND
Contacts: Via del Popolo 127-129
85100 – POTENZA (ITALY)Website: http://www.lostorpheus.info
E-mail: lostorpheusmedia@gmail.comTel.: 0971-37457
Cell. 333-3878854Testi pubblicati per studio e ricerca – Uso non commerciale
Published texts for study and research-non-commercial use
© Copyright 2016 – Rights Reserved
This opera is licensed under a Creative Commons Attribuzione – Condividi allo stesso modo 3.0 Unported License.
Categorie:H07- Prove tecniche di Utopia (Suite), Uncategorized
Rispondi